In EDUCatt

Natale con chi vuoi

Nonostante le condizioni costringano a rinviare l’ormai classica cena natalizia, a certe tradizioni EDUCatt non vuole rinunciare: così prende vita una grande festa immaginaria, organizzata grazie alla fantasia di tutti i colleghi che hanno scelto alcuni ospiti speciali, invitati senza alcun vincolo spazio-temporale.

Sarà un Natale diverso. Lo ripetono continuamente i giornali e le televisioni, lo dicono le restrizioni e le limitazioni che siamo chiamati a rispettare, ma soprattutto lo testimoniamo i numeri strazianti che quotidianamente ci informano sulla situazione epidemiologica del nostro paese. Anche in EDUCatt la trepidazione tipica di questi giorni di dicembre – fatta di spettacoli di Natale da provare e riprovare e di chiacchere in corridoio sulle mete da raggiungere per le feste – lascia il posto a uffici pressoché vuoti e videochiamate con addobbi natalizi sullo sfondo. Nonostante le condizioni di questo anno particolare costringano a rinviare l’ormai classica cena natalizia, a certe tradizioni EDUCatt non vuole rinunciare: se il momento di auguri e di saluti si sposta su un palcoscenico virtuale, la cena di Natale si trasforma in una grande festa immaginaria, vantaggiosa sia in termini economici che logistici, perché organizzata solo grazie alla fantasia di tutti i colleghi che hanno scelto alcuni ospiti speciali invitati senza alcun vincolo spazio-temporale.

«Non sono certo di nulla tranne che della santità degli affetti del cuore e della verità dell’immaginazione»: così, sedute ad un tavolo con un flute in mano, potremmo sentire la risata di Veronica che, chiacchierando con Jane Austen, la scopre una donna arguta e alla mano, proprio come l’ha sempre immaginata, mentre la voce di Carmen Consoli, invitata da Micaela, riempie l’atmosfera e riscalda la serata. 

Sotto il cielo stellato di una serata invernale – che non può che essere limpida, dal momento che anche le condizioni metereologiche sono opzionabili in un mondo di fantasia – troviamo J.R.R. Tolkien che racconta a Stefano l’origine della Terra di Mezzo e dei popoli che la abitano, mentre il fumo delle loro pipe omaggia l’invito di Bilbo Baggins, quando nello Hobbit esclama «Se avete una pipa con voi, sedetevi e prendete un po’ del mio tabacco!». E mentre Gigi Proietti, ospite di Marco, sale sul palcoscenico immaginario per animare la cena con risate di cuore, in un tavolo appartato scorgiamo l’emozione di Antonio che ascolta il suo ospite, Marco Pantani, descrivere le scalate vittoriose sull’Alpe d’Huez che ancora sanno entusiasmare gli appassionati e non solo. 

Un posto a tavola al fianco di Silvia è riservato a Edward Hopper, pittore che ha saputo ritrarre l’inquietudine dell’esistenziale umana: così la sua riflessione sul momento storico che stiamo vivendo potrebbe generare una nuova opera d’arte, fotografia realistica e struggente del reale. Anche Andrea cerca una lettura non banale dell’anno appena passato e per questo spende il suo invito per trascorrere qualche ora con Giorgio Gaber: la sua riflessione non mancherebbe di ironia dissacrante e di profonda onestà.

Per questa cena così particolare, Eleonora riserva un posto a capotavola a un ospite che ha fatto della sua vita un esempio eterno di coraggio e di valore: con Giovanni Falcone riscopre in questo Natale l’importanza della giustizia, della verità e delle idee, quelle vere, capaci di vivere in eterno.

E se nel bel mezzo della cena un folle insegnante di lettere vi chiede di salire sui tavoli e cambiare la prospettiva della vostra vita, niente panico: Matteo ha invitato a questa festa senza regole un Robin Williams nei panni di John Keating, il professore del film L’attimo fuggente che sprona i suoi studenti a rendere straordinaria la loro vita.

Una festa grandiosa, ospiti d’eccezione e espressioni artistiche d’ogni tipo: eppure per Salvatore l’unico modo per rendere tale una festa di Natale è avere accanto sua madre – rifugio affettuoso che ristora dai lunghi mesi lontano da casa – e per questo riserva a lei il suo invito. Infine, l’augurio di Alessia, è che l’ospite d’onore nei cuori di tutti i colleghi sia il vero festeggiato, quel bambino che nasce, quest’anno più che mai, per la salvezza di tutti.

L’augurio per tutti è che questo Natale conservi l’incanto dell’attesa e non manchi dell’immaginazione per far sedere alla propria tavola chi, per qualsiasi ragione, sarà lontano.

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