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Simone Weil: il pensiero e lo spirito

Un invito alla lettura della poesia di una grande autrice del Novecento. Filosofa, pensatrice e poetessa, Simone Weil ha attraversato il suo tempo da altezze umane vertiginose e oggi ci porta dentro all’esperienza dello spirito.

Spiritualità. Spiritualità. La parola tronca ma lunga, di cinque sillabe, che ripetuta forma un endecasillabo, sembra avere un significato opaco, poiché, in sé, è un atteggiamento che attira la pluralità dei modi che l’essere umano ha trovato per rivolgersi a un piano della realtà che non è percepibile dai sensi fisici.

La parola aleggia nel sovrasensibile e da qui ricava la forza vitale che già istituisce se si affonda nell’origine della parola spirito, che è il soffio, il respiro, il respiro vitale del vento, l’alito che agita il mare, modella le pietre e riempie e smuove gli esseri viventi.

Le religioni s’incarnano nella spiritualità, che si fonda attraverso l’essere che la vive e la dimostra, con il vissuto o con le sue parole. Tre grandi autrici, Alejandra Pizarnik, Cristina Campo e Simone Weil, in più passi hanno concentrato il loro pensiero nella reazione che illumina la parola quando si avvicina alla realtà irreale, quella cui si accede solo attraversando il ponte e posando i piedi sulla spiaggia che sta aldilà del fiume.

La vita

In questo breve invito alla lettura, raccontiamo della francese Simone Weil, di origine ebrea, nata a Parigi il 3 febbraio 1909. La sua vita fu eccezionale per l’altezza morale con cui affrontò le prove della storia. Insegnante di filosofia, aderente al socialismo rivoluzionario, volle stare con gli ultimi e gli oppressi. Abbandonò il lavoro e divenne operaia, dal 1934 fu fresatrice nelle officine della Renault e poi in altri stabilimenti. Si schierò dalla parte del governo repubblicano durante la guerra civile spagnola, contro Francisco Franco, e si avvicinò poi alla fede cristiana, mantenendo un dialogo serrato con l’ebraica. Quando la Francia fu invasa, da Parigi si trasferì a Marsiglia, poi negli Stati Uniti e ancora in Inghilterra, dove militò nel Commissariato per gli interni e il lavoro di “France libre”, al fianco delle autorità in esilio della Resistenza francese. Ad Ashford, stremata dal lavoro in fabbrica, malata di tubercolosi e del male del mondo, si spegne il 23 agosto 1943.

L’editoria ci ha consegnato moltissime delle pagine filosofiche di Simone Weil. Le sue poesie, un numero di esiguo di parole rispetto alla sua produzione, in Italia sono disponibili in varie edizioni tra cui quella de Le Lettere (1993, 75 p.) con la traduzione del poeta Roberto Carifi, cui attingiamo, proponendo Gli astri e La porta.

E le poesie

Gli astri

Astri di fuoco che la notte abitate cieli lontani,
Astri muti che nell’eterno gelo ciechi volteggiate,
Voi strappate ai nostri cuori i giorni trascorsi
E nel domani senza il nostro consenso ci gettate,
Noi piangiamo e le nostre grida verso di voi son vane.
Vi seguiremo, se occorre, le braccia incatenate,
Gli occhi rivolti al vostro puro scintillio dolente.
Al vostro sguardo ogni dolore è niente.
Noi vacilliamo in silenzio sul nostro cammino.
E là, si spalanca nel cuore il loro fuoco divino.

***

La porta

Aprite la porta, dunque, e vedremo i verzieri,
Berremo la loro acqua fredda che la luna ha traversato.
Il lungo cammino arde ostile agli stranieri.
Erriamo senza sapere e non troviamo luogo.

Vogliamo vedere i fiori. Qui la sete ci sovrasta.
Sofferenti, in attesa, eccoci davanti alla porta.
Se occorre l’abbatteremo coi nostri colpi.
Incalziamo e spingiamo, ma la barriera è troppo forte.

Bisogna attendere, sfiniti, guardare invano.
Guardiamo la porta; è chiusa, intransitabile.
Vi fissiamo lo sguardo; nel tormento piangiamo;
Noi la vediamo sempre, gravati dal peso del tempo.

La porta è davanti a noi; a che serve desiderare?
Meglio sarebbe andare senza più speranza.
Non entreremo mai. Siamo stanchi di vederla.
La porta aprendosi liberò tanto silenzio

Che nessun fiore apparve, né i verzieri;
Solo lo spazio immenso nel vuoto e nella luce
Apparve d’improvviso da parte a parte, colmò il cuore,
Lavò gli occhi quasi ciechi sotto la polvere.

Simone Biundo

Simone Biundo (Genova, 1990) è insegnante di lettere a Genova in una Scuola secondaria, è editor della rivista «VP Plus», è ricercatore indipendente di storia dell’editoria e della letteratura. Ha pubblicato poesie su «Neutopia», «Margutte», «Poesia del nostro tempo» e «Nuovi Argomenti». Per Interno Poesia è uscito il suo primo libro di poesie, "Le anime elementari" (2020). Con il poeta Damiano Sinfonico, l’attrice e linguista Sara Sorrentino cura la rassegna di poesia contemporanea , poet. – alla libreria Falso Demetrio. Qui in EDUCatt collabora come ghostwriter, SMM e content manager.

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