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L’informazione in Rete non significa fake news

La rivoluzione digitale ha cambiato le modalità di accesso alle informazioni agevolando fenomeni come quello delle fake news. Tuttavia la moltiplicazione dei canali di informazione non significa automaticamente dispersione e perdita di mediazione. EDUCatt racconta, attraverso una polifonia di voci e canali di comunicazione, la sua mission che resta sempre la stessa di Ente per il diritto allo studio dell’Università Cattolica.

Nel V secolo a.C. il generale spartano Pausania viene accusato di tradimento e murato vivo nel tempio di Atena Calcieco per aver promesso al re persiano Serse la sottomissione di Sparta in cambio di un’alleanza matrimoniale. La prova del tradimento è una lettera di Pausania inviata a Serse che lo storico Tucidide trascrive nelle Storie (1.128.7):

Pausania, capo di Sparta, volendo farti un favore ti rimanda questi uomini che ha catturato in guerra: e mi propongo, se anche tu sei d’accordo, di sposare tua figlia e di rendere soggetta a te Sparta e il resto della Grecia. Se dunque qualcuna di queste proposte è di tuo gradimento, invia alla costa un uomo di fiducia, tramite il quale condurremo le nostre trattative.

È certo che la lettera sia un falso. Viene infatti scritta a posteriori dagli efori spartani, i più importanti magistrati della polis, per giustificare la condanna a morte di Pausania le cui relazioni con Bisanzio non piacevano all’oligarchia spartana. È infatti più facile ingannare una massa che uno solo, sosteneva lo storico Erodoto, che con questo principio riassume bene un fenomeno ancora attuale: le fake news.

L’informazione in Rete

Se le fake news esistevano già ai tempi degli antichi Greci, la rivoluzione digitale ha cambiato profondamente le modalità di accesso alle informazioni indebolendo un sapere basato sull’argumentum ab auctoritate. La conoscenza non passa più infatti soltanto attraverso i libri e i giornali e gli schermi dei dispositivi elettronici sono finestre sul mondo che permettono di avere uno sguardo diretto, senza filtri e barriere, su ciò che accade. La potente forza centrifuga della Rete smantella così qualsiasi tentativo di raccolta, selezione, certificazione e messa in ordine del sapere, mettendo in crisi le attività che editori, giornalisti e critici hanno da sempre svolto.

Nel libro Leggere, cosa e come, il giornalista Giorgio Zanchini riflette su questi nuovi processi, chiedendosi:

È possibile oggi, nell’era della dispersione e del dominio della Rete, del trionfo dei social media, della connessione costante, dell’accesso diretto e immediato alle informazioni, salvare il modo in cui ci siamo trasmessi il sapere per secoli, e cioè in modo organizzato per autorità, mediazione, selezione, certificazione della qualità? E ha senso farlo?

Secondo Zanchini il sistema policentrico della Rete non è tuttavia privo di gerarchie. Anche se la struttura del web agevola la disgregazione e la dissoluzione dei contenuti, continuano comunque a esistere filtri, nodi e selettori che sfruttano però nuovi flussi e nuovi passaggi. Non si tratta più di un sistema chiuso e statico, ma di un sistema aperto e dinamico che si sviluppa come un grande ipertesto, orizzontalmente, moltiplicando i propri “centri propulsori” di sapere e informazione. Essere in grado di muoversi in maniera critica attraverso i nodi che compongono il web, sapendone riconoscere l’affidabilità e quindi l’autorità (che continua a basarsi sulle fonti e fatti), è la sfida posta dalla Rete, che in cambio restituisce un sapere più accessibile in un sistema meno chiuso e verticalizzato.
È evidentemente un modo di acquisire informazioni che lascia molto spazio all’utente mentre si muove sulla superficie del web guidato dai vari link: sta a lui in effetti decidere se e dove fermarsi per immergersi in un contenuto e approfondire.

Le voci di EDUCatt per una comunicazione dinamica

EDUCatt racconta i servizi e le attività della Fondazione attraverso molteplici canali per offrire ai propri stakeholders una comunicazione dinamica e capace di raggiungere le diverse tipologie di utenti. La diffusione delle comunicazioni dell’Ente avviene sia attraverso media tradizionali, come il periodico cartaceo dell’Università Cattolica “Presenza”, e sia mediante strumenti in grado di raggiungere direttamente la comunità universitaria come la newsletter settimanale “Secondo Tempo”. EDUCatt ha inoltre lanciato “EPeople”, l’house organ pensato per agevolare la comunicazione interna dell’Ente e per aggiornare ogni mese studenti e docenti sui propri servizi e progetti. “Epeople”, oltre a dedicare la rubrica “Filo di fumo” alle voci di collaboratori e docenti che desiderano offrire liberamente il proprio contributo, sperimenta anche diverse forme e linguaggi per fare informazione con le rubriche dai contenuti video “Dimmi di the…” e “A colloquio” e attraverso il podcast ECO – Educatt on Air.
La Fondazione ha anche un proprio profilo sui principali social (Instagram, Facebook, LinkedIn, Twitter e il canale Telegram), attraverso i quali è possibile instaurare e mantenere un dialogo costante con gli stakeholders.
Grazie alle possibilità offerte dalla Rete e dagli strumenti digitali, EDUCatt cerca di raccontare, attraverso una polifonia di voci, la sua mission.

L’immagine in copertina è di Gian Cescon.

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