Un «Palazzo Mezzanotte» tra politica e università
Oltre al più famoso palazzo della Borsa, a Milano l’architetto Paolo Mezzanotte firmò il progetto per la Casa dei Fasci, che divenne poi sede di uffici assistenziali e per trentun anni della Democrazia Cristiana. Giusta in disponibilità dell’Università Cattolica, dopo un attento restauro è diventata una delle sedi del «campus diffuso» nel cuore della città.
Paolo Mezzanotte, il cui lavoro più famoso è probabilmente il palazzo che porta il suo nome, la sede delle Borse milanesi, in piazza Affari – il primo complesso in Italia a prevedere l’esecuzione automatica delle chiamate simultanee degli ascensori e con il più grande quadro luminoso elettrico del Paese, che permetteva la visione della quotazione in tempo reale dei 78 titoli ammessi alla Borsa di Milano – fu docente di disegno di architettura e ornato presso l’istituto di edilizia del Regio Politecnico di Milano, dove ebbe come assistente Giovanni Muzio, che avrebbe poi progettato e diretto i lavori di trasformazione del monastero di Sant’Ambrogio in sede monumentale dell’Università Cattolica.
Nel 1927, in collaborazione col fratello Vittorio, al numero 15 di via Nirone realizzò la Casa dei fasci milanesi, inaugurata a ottobre, in memoria della marcia su Roma.
La facciata, realizzata in mattoni a vista e scandita da un susseguirsi simmetrico di finestre disegnate in asse alla porta finestra centrale del primo piano, era costituita da un rivestimento in travertino, con un ampio portone d’ingresso e un imponente balcone al primo piano, e si ispirava ai prototipi del neoclassicismo europeo. Grazie al cemento armato la grande sala di rappresentanza al piano inferiore venne sormontata da tre piani dotati di vari ambienti più piccoli, dei quali Mezzanotte disegnò pavimenti, lampadari e mobili scegliendone metalli, vetri e stoffe (F. Franco, Dizionario Biografico degli italiani, vol. 74, s.v. Mezzanotte, Paolo, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Milano 2010).
La Casa nel 1932 divenne di proprietà del Comune che la utilizzò per gli uffici di assistenza, poi dal giugno 1962 fu sede milanese della Democrazia Cristiana per 31 anni.
E qui crebbero politicamente personaggi come Amintore Fanfani, Ciriaco De Mita, Roberto Ruffilli, Gerardo Bianco, tutti ex studenti dell’Università Cattolica la cui sede era collocata a due passi, di fianco alla caserma dei veliti il cui retro fronteggiava via Nirone.
Lo rimase fino all’11 dicembre 1993, nel dissolversi silenzioso e assordante della DC: il partito si era sciolto a luglio dello stesso anno, travolto dalla crisi provocata da tangentopoli, frantumandosi poi nel Partito Popolare e nel Centro Cristiano Democratico.
L’edificio rimase chiuso e bisognoso di restauri fino al 2002, quando fu acquistato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Gli interventi riguardarono la facciata principale, con la sostituzione delle parti compromesse e il consolidamento di quelle residue, e gli spazi interni, con l’obiettivo di recuperare e valorizzare al massimo gli spazi del salone a doppia altezza, i pavimenti in palladiana con inserti in mosaico, le porte, gli stucchi e le decorazioni in gesso (G. Schiatti, Restauro dell’edificio di via Nirone, «Milano nei cantieri dell’arte»).
La nuova sede, destinata ad aule e all’Alta Scuola di psicologia «Agostino Gemelli», chiude l’anello ideale che da via s. Agnese si allunga, attraverso via Nirone e via s. Valeria, fino alla sede centrale di largo Gemelli: un campus universitario inscritto nel cuore della città che con l’acquisizione della caserma Garibaldi diventa una realtà unica nel panorama universitario italiano.