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Pagine di… scuola!

In un momento come questo – critico per il sistema scolastico italiano a tutti i livelli – è importante continuare a interrogarsi sul senso e sull’importanza di questa istituzione, leggendo o rileggendo le pagine di alcuni libri fondamentali.

Settembre è il mese delle riaperture. Tutto il sistema educativo italiano, dalla Scuola dell’infanzia all’Istruzione superiore, sta adottando le misure per riportare alunni e studenti in aula, pur nel mezzo di giuste polemiche e critiche, per le gravi inefficienze che il Ministero sta palesando nella direzione dell’emergenza e della post-emergenza, dalle indicazioni per la gestione dei casi all‘assunzione dei docenti precari, alla ricerca degli spazi e persino alla scelta dei banchi, con la delega di fatto alle Regioni e ai singoli istituti delle responsabilità sulla ripartenza.

Per un attimo tralasciamo questo aspetto e concentriamoci sui sensi della scuola che deve essere l’organo costituzionale e democratico per eccellenza, in grado di garantire a tutti l’eguaglianza sociale in ottemperanza dell’articolo 3 della nostra Costituzione.

Come ha detto Piero Calamandrei nel suo celeberrimo discorso dell’11 gennaio 1950, Scuola e Costituzione, la democrazia serve per «permettere ad ogni uomo degno di avere la sua parte di sole e di dignità» e questo è reso possibile solo dalla scuola che è «il complemento necessario del suffragio universale».

L’aspetto dell’universalità e della multipolarità, della necessità di una scuola che sia davvero formativa è al centro di La scuola è politica. Abbecedario laico, popolare e democratico, a cura di Simone Giusti (Effequ, collana Saggi POP). Un volume composto da 21 voci in ordine alfabetico, da Adulti a Zero, che racconta la scuola sotto vari aspetti, con la consapevolezza che non esiste neutralità in un organo che mette assieme centinaia di migliaia di persone ma, e per fortuna, scambio, dialogo, discussione e condivisione di esperienze e di vita.

Per esempio Giusi Marchetta, l’autrice della voce Genere, ci ricorda che uno degli obiettivi dello sviluppo sostenibile assegnato dall’ONU è raggiungere la parità di genere, che è una condizione fondamentale per far crescere un mondo prospero e in pace, perché la violenza e la discriminazione su donne e ragazze continua a essere una realtà in ogni parte del mondo.

La visione e i riferimenti culturali del libro si richiamano alla linea nobile del pensiero sulla scuola del nostro paese, da Tullio De Mauro a Gianni Rodari, fino a Mario Lodi e don Lorenzo Milani, maestri critici per eccellenza di un insegnamento coraggioso, aperto e problematico che eleva la dignità dei singoli all’interno di una comunità educante.

Gianni Rodari

Qualche titolo fondamentale e una chiamata alla lettura: Lettera a una professoressa uscito nel 1967 e scritto da don Lorenzo Milani e dagli alunni della scuola di Barbiana, un invito a organizzarsi e a non piegarsi allo stato di fatto (su Raiplay il bel documentario de La grande storia ); la Grammatica della fantasia di Gianni Rodari, uno dei volumi teorici sull’insegnamento più importanti del Novecento e lettura imprescindibile per chiunque voglia avere a che fare con l’immaginazione, adulto o bambino. Scrive Rodari:

«L’immaginazione del bambino, stimolata a inventare parole, applicherà i suoi strumenti su tutti i tratti dell’esperienza che sfideranno il suo intervento creativo. Le fiabe servono alla matematica come la matematica serve alle fiabe. Servono alla poesia, alla musica, all’utopia, all’impegno politico: insomma, all’uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché, in apparenza, non servono a niente: come la poesia e la musica, come il teatro o lo sport (se non diventano un affare). Servono all’uomo completo. Se una società basata sul mito della produttività (e sulla realtà del profitto) ha bisogno di uomini a metà – fedeli esecutori, diligenti riproduttori, docili strumenti senza volontà – vuol dire che è fatta male e che bisogna cambiarla. Per cambiarla, occorrono uomini creativi, che sappiano usare la loro immaginazione».

Un ultimo breve decalogo, solo apparentemente specialistico, utilissima fonte di riflessione sulle potenzialità della lingua, del suo apprendimento e del suo insegnamento, è Dieci tesi per l’educazione linguistica democratica, un testo collettivo del gruppo di lavoro GISCEL della Società Linguistica Italiana uscito nel 1975 che riflette sulla centralità del linguaggio verbale, sulla sua pluralità e complessità.

Tutti siamo andati a scuola e tutti andranno a scuola. Conoscere la scuola e riflettere sul suo statuto in ogni momento della vita e all’interno delle nostre strutture sociali è allora fondamentale per tutti, non solo per insegnanti e studenti. La scuola è l’esperienza fondante e comune di un paese. È importante non relegarla a solo episodio di un passato inafferrabile ma indagarla continuamente con curiosità e sguardo critico.

Alcuni libri dal nostro catalogo sulla scuola:

Insegnare musica nella scuola dell’infanzia e primaria. Elementi teorici, metodologici e didattici di base a cura di L. Mari;

La scuola secondaria italiana a cura di Anna Debè, Elisa Mazzella, Paolo Alfieri;

Un’altra scuola. Quattro questioni aperte, un’unica sfida di Carlo Fedeli.

Citando ancora Rodari: «Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo».

Simone Biundo

Simone Biundo (Genova, 1990) è insegnante di lettere a Genova in una Scuola secondaria, è editor della rivista «VP Plus», è ricercatore indipendente di storia dell’editoria e della letteratura. Ha pubblicato poesie su «Neutopia», «Margutte», «Poesia del nostro tempo» e «Nuovi Argomenti». Per Interno Poesia è uscito il suo primo libro di poesie, "Le anime elementari" (2020). Con il poeta Damiano Sinfonico, l’attrice e linguista Sara Sorrentino cura la rassegna di poesia contemporanea , poet. – alla libreria Falso Demetrio. Qui in EDUCatt collabora come ghostwriter, SMM e content manager.

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