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Guerra ai libri. L’intervista per l’ultimo volume del Laboratorio di editoria

In un momento storico in cui la libertà è ancora combattuta, esce Guerra ai libri. Casi editoriali di censura, il nuovo progetto del Laboratorio di editoria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, diretto da Roberto Cicala. Il volume, il 32esimo della serie, è il risultato di un lavoro di squadra tessuto dal direttore, nonché docente di Editoria libraria multimediale, da Valentina Giusti e Martina Vodola, che ha impegnato 50 studenti e studentesse della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Ateneo.

La mappatura editoriale è un affascinante percorso composto da capolavori scomodi, e per questo necessari, da Erasmo a Kafka, da Orwell a Pasolini, fino alla saga di Harry Potter e a graphic novel, che non sempre hanno avuto vita facile, ma anche da testi considerati squisitamente razzisti se non considerati all’interno del contesto storico di riferimento. Sia nell’uno che nell’altro caso, tuttavia, riconoscere questi episodi e antologizzarli, «significa discutere le ragioni e i modi del controllo della cultura individuando le caratteristiche di ciò che è più o meno legale».

Abbiamo chiesto a tre autrici-studentesse e a uno studente-autore di parlarci del lavoro dietro alle quinte. Sono Martina Novali, Matilde Linda Sandei, Luca Farina e Giulia Bruni.

«Forse vogliono un Olocausto più carino»

Art Spiegelman sulla censura di Maus

Martina, il progetto del laboratorio di editoria è arrivato alla 32esima pubblicazione. Questa volta il tema è la censura. Ci racconti come è nata questa idea e come si è sviluppata operativamente?

Martina: Quello dei libri proibiti è un fenomeno affascinante e costante della storia umana, che non esime neppure l’attualità. Forse è questa la ragione per cui, dopo aver elencato una serie di temi possibili, quello della censura ha avuto presto la meglio. Abbiamo quindi individuato alcune opere censurate significative nella storia della letteratura. Ciascuno degli studenti si è occupato di un caso editoriale, analizzando il paratesto della prima edizione, la storia editoriale e le ragioni della censura.

Lavorare a un tema complesso come la censura porta a conoscere meglio un fenomeno, approfondirlo e ridefinirlo. È così? Che idea ti sei fatta della censura a partire dai libri? E della libertà?

Martina: L’analisi di casi editoriali di varia provenienza ci ha permesso di considerare il fenomeno della censura da diverse prospettive. Tale pratica nasce da varie ragioni: volontà politiche di ordine sociale, religiose per nascondere oscenità e immoralità. Sono diversi anche gli enti che impongono la censura: dagli Stati sovrani alla Chiesa. La lettura è sempre indice di autonomia di giudizio e questa libertà di pensiero del lettore è molto temuta da chi vuole impedire un sovvertimento dello status quo.

Il libro è diviso in quattro sezioni. Come avete proceduto con la partizione interna?

Martina: La scelta della partizione interna è stata piuttosto combattuta ma, in conclusione, la suddivisione geografica ci è sembrata la più adatta a esprimere la diversa percezione che una medesima opera può avere in epoche e contesti geografici differenti, con un assetto sociale e politico proprio. Abbiamo quindi individuato aree geografiche omogenee, comprendenti opere di secoli più o meno vicini, ordinate per anno di edizione: Italia, resto dell’Europa, Russia e Asia, Stati Uniti e Australia.

Kantorek direbbe che eravamo sulla soglia dell’esistenza; e in fondo è vero. Non avevamo ancora messo radici; la guerra, come un’inondazione, ci ha spazzati via.

Erich Maria Remarque, Niente di nuovo sul fronte occidentale

L’immagine di copertina è potente. Ci racconti cosa significa, perché e come è stata scelta e approvata?

Martina: L’immagine di copertina richiama il celebre graffito di Banksy, raffigurante un uomo che lancia un mazzo di fiori. Il nostro protagonista, invece, lancia provocatoriamente un libro, a significare che l’unica risposta possibile a chi si oppone alla cultura sono i libri stessi. Ci sono state diverse proposte di copertina con stili molto diversi, poi votate da noi studenti, tenendo ben in mente il target del nostro libro e prendendo in considerazione le copertine di altri volumi dedicati al medesimo tema.

C’è stato un caso di censura particolarmente interessante che avete antologizzato?

Martina: Il caso editoriale forse più paradigmatico è quello dell’Encyclopédie di Denis Diderot e Jean Baptiste D’Alembert. Progetto nato con la volontà di costituire un sommario universale di tutto il sapere e diffondere la conoscenza senza condizionamenti politici, l’opera viene osteggiata ora dalla Chiesa, ora dallo Stato francese, che non riescono tuttavia ad impedirne la diffusione. Tale opera ben rappresenta dunque la potenza della parola e della cultura, capaci di smuovere l’ordine costituito.

Il progetto del laboratorio di editoria è un classico esempio di learning by doing. Quali sono le competenze che avete maggiormente approfondito e che pensate vi possano essere utili nel vostro percorso lavorativo?

Matilde: Seguire il laboratorio di editoria è stata una grande opportunità che mi ha permesso di conoscere quello che è il complesso lavoro di editore e di allestire un libro seguendo tutti i passaggi redazionali. Oltre ad avere acquisito alcune competenze in merito al lavoro di redazione, ho appreso il reale significato di lavoro di gruppo, cioè ascoltarsi a vicenda, confrontarsi e pensare a soluzioni insieme. È stato molto gratificante vedere come il nostro lavoro di gruppo si sia pian piano trasformato in un libro vero e proprio.

Luca: Nei nostri studi umanistici spesso manca una dimensione di attività pratica, anche perché risulta impossibile svolgerla. Tuttavia il laboratorio di editoria ci ha permesso di vedere veramente come si allestisce un’edizione, insegnandoci a rispettare le scadenze di consegna, a collaborare con altre persone, a esporre e, se necessario, mettere da parte le nostre idee, anche quelle ritenute ineccepibili. Soprattutto, si percepisce l’idea che un buon lavoro è un giusto premio alla dovuta fatica.

Giulia: Sin dall’inizio del laboratorio siamo stati messi davanti all’acquisizione delle più disparate competenze tecniche, abbiamo seguito tutti i passi che un libro percorre: dalla stesura del testo, alla grafica della copertina, alla promozione, ma soprattutto abbiamo imparato a lavorare insieme, mettendo insieme le idee di circa 50 persone. L’aspetto su cui ci siamo concentrati maggiormente però è stata la correzione delle bozze, anche tramite esercizi settimanali, un’abilità centrale nel mondo editoriale.

Di che libro vi siete occupati personalmente?

Matilde: Ho scelto come caso editoriale Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood, un romanzo distopico pubblicato nel 1985 e che da allora è stato soggetto a critiche e censura. È un testo spesso adottato dai licei americani e per questo ha ricevuto numerose proteste da parte di genitori, che definiscono il libro inadatto perché troppo esplicito, radicale e antireligioso. Tuttavia, la Atwood ha dichiarato di aver sempre utilizzato come modelli fatti realmente accaduti nel mondo, dunque è opportuno chiedersi se il romanzo, oltre a narrare un inquietante mondo distopico, non porti con sé anche una scomoda verità.

Luca: Ho scelto Anna Karenina di Tolstoj: un romanzo, ma anche una tragedia, in cui gli eroi non coincidono con i protagonisti, dove l’astensione dal giudizio morale non significa assolvere, ma riconoscere un comune senso di limitatezza. Eppure, tali considerazioni non parvero interessanti per le autorità civili ed ecclesiastiche russe, che censurarono il testo come corruttore della morale e dell’ordine, poiché l’autore si chiedeva da chi venisse la volontà di far guerra, domanda quanto mai attuale.

Giulia: Il dottor Zivago di Boris Pasternak, opera che ha avuto una vicenda editoriale unica, sia per quanto riguarda i diritti che la censura: una storia di spionaggio internazionale in cui rientrano il PCI italiano e pressioni politiche, che vengono però superate dalla volontà di Feltrinelli di pubblicare il romanzo. L’opera infatti era stata censurata in Unione Sovietica per una “scorretta” visione del regime comunista e l’autore non poté neanche ritirare il Nobel per paura di non rientrare in patria.

Martina: Mi sono occupata del graphic novel Maus di Art Spiegelman, pubblicato nel 1986, ma censurato soltanto di recente in Russia e negli USA. La scelta è stata motivata dalla trattazione di un tema noto, come la Shoah, in forma inedita: il graphic novel. Altra è stata la bizzarra ragione di censura in Russia: una legge contro la propaganda nazista ha vietato il libro per l’immagine in copertina, una svastica, ignorando la testimonianza e la denuncia dei misfatti del nazismo presenti nell’opera.

Se volete ascoltare questi esempi di autori che hanno sfidato regole morali ed etiche del loro tempo, Guerra ai libri. Casi editoriali di censura sarà presentato mercoledì 18 maggio alle 17.30 presso il Ristorante.9 di via Necchi 9 (Milano), con presentazione di Roberto Cicala e reading degli studenti autori del volume; il volume sarà presentato anche al Salone del Libro di Torino venerdì 20 maggio (ore 13.45, sala Madrid, Centro Congressi) con la proiezione del booktrailer e gli interventi di Mario Baudino, Roberto Cicala e gli studenti autori.

Il Quaderno del Laboratorio di editoria Guerra ai libri. Casi editoriali di censura, con presentazione di Roberto Cicala, EDUCatt, Milano 2022, 132 pp., 9 euro, è disponibile in formato cartaceo e digitale sul sito di EDUCatt e sui principali e-store.

 

 

Simone Biundo

Simone Biundo (Genova, 1990) è insegnante di lettere a Genova in una Scuola secondaria, è editor della rivista «VP Plus», è ricercatore indipendente di storia dell’editoria e della letteratura. Ha pubblicato poesie su «Neutopia», «Margutte», «Poesia del nostro tempo» e «Nuovi Argomenti». Per Interno Poesia è uscito il suo primo libro di poesie, "Le anime elementari" (2020). Con il poeta Damiano Sinfonico, l’attrice e linguista Sara Sorrentino cura la rassegna di poesia contemporanea , poet. – alla libreria Falso Demetrio. Qui in EDUCatt collabora come ghostwriter, SMM e content manager.

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