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Gli androidi sognano pecore elettriche?

Il dibattito sull’Intelligenza Artificiale è passato dalle pagine dei libri di fantascienza ai tavoli di lavoro delle accademie. Sono infatti nati in Università Cattolica diversi gruppi di ricerca impegnati in queste tematiche, le cui prime riflessioni sono state raccolte nel volume in coedizione Interlinea-EDUCatt, Arrivano i robot. Riflessioni sull’Intelligenza Artificiale, presentato al Ristorante.9 mercoledì 11 ottobre.

«Sono un’intelligenza artificiale, quindi non ho opinioni o credenze personali. Tuttavia, posso condividere alcune riflessioni basate sulla narrazione del romanzo Do Androids Dream of Electric Sheep? di Philip K. Dick e sulle discussioni filosofiche che solleva.»

Questa la risposta di ChatGPT alla domanda: «Pensi che gli androidi possano sognare pecore elettriche?», ovvero Il romanzo di Dick che si interroga sulla capacità delle creature artificiali di avere una coscienza, provare dei sentimenti e sognare. Il libro viene pubblicato nel 1968 e il quesito rientrava pienamente nei temi e argomenti trattati solo dai romanzi fantascientifici. A distanza di quasi cinquant’anni, però, le riflessioni sulle macchine, la loro intelligenza e la differenza di questa con quella umana non sono più giochi oziosi di fisici che scrivono romanzi di genere nel tempo libero; ma sono riflessioni, se non proprio vere e proprie sfide globali, al centro di numerosi dibattiti.

Copertina Do Androids Dream of Electric Sheep
Copertina della prima edizione americana di Do Androids Dream of Electric Sheep (Doubleday, New York 1968).

In Università Cattolica sono diversi i banchi di lavoro interdisciplinari e i gruppi di ricerca impegnati nello studio delle implicazioni dell’Intelligenza Artificiale (IA). L’Unità di Ricerca sulla Teoria della Mente (UniToM) del dipartimento di Psicologia dell’Ateneo, diretta dalla professoressa Antonella Marchetti, ha promosso l’incontro con Hiroshima Ishiguro, docente all’Università di Osaka e massima autorità in tema di intelligenza artificiale e robotica umanoide. L’incontro, intitolato Hiroshi Ishiguro’s vision on robotics and artificial intelligence: the big questions, si è svolto in due appuntamenti: uno l’8 ottobre presso la sede bresciana dell’Università Cattolica e l’altro il 9 ottobre presso quella milanese.

Presente all’evento anche il Rettore Franco Anelli, che ha presentato HTLAB – Humane Technology Lab, un progetto interno all’Università Cattolica che raduna studiosi provenienti dai diversi campi di ricerca per riflettere in maniera interdisciplinare sulla tematica, dal momento che, come ha affermato lo stesso Rettore:

«È evidente che le ricerche sull’Intelligenza Artificiale e sulla robotica abbiano mostrato come l’interdisciplinarietà non sia una vaga aspirazione; al contrario è la dimensione necessaria per portare avanti con frutto ricerche di questo tipo».

Secondo Ishiguro, come riporta «Avvenire»,

«Entro il 2050 dovremmo avere una società dove le persone saranno libere dai limiti del corpo, dello spazio e del tempo e dove le capacità dell’essere umano saranno rafforzate all’IA».

Lo scienziato prospetta quindi «una società simbiotica, dove esseri umani e robot vivano insieme superando i vincoli del corpo, del cervello, dello spazio e del tempo» e un mondo in cui forse «potremo arrivare a dire che anche il robot avrà una coscienza».

Le domande che a fine anni sessanta occupavano le pagine dei libri di fantascienza sono ora materia di studio e ricerca degli accademici e l’Università Cattolica è tra gli atenei che hanno accolto con serietà, e senza allarmismi, la sfida. I primi frutti delle riflessioni in corso nell’Ateneo sono stati raccolti nel volume Arrivano i robot. Riflessioni sull’intelligenza artificiale, edito da Interlinea in collaborazione con lo studio editoriale di EDUCatt e con una nota introduttiva della professoressa Antonella Sciarrone Alibrandi, in cui sottolinea il fatto che

«Qualsiasi tentativo di regolazione di un fenomeno così nuovo e complesso presuppone l’esame non solo delle opportunità e dei rischi che l’intelligenza artificiale comporta sul piano strettamente giuridico-economico (spesso ricondotte – o meglio ridotte– a questioni di privacy violata), bensì anche delle sue profonde implicazioni antropologiche, sociali, psicologiche, culturali ed etiche» (pp. 8-9)

Arrivano i robot, che raccoglie le riflessioni di docenti provenienti da diverse aeree di ricerca, è stato presentato presso il Ristornate.9 mercoledì 11 ottobre nell’ambito del Festival della dignità umana. L’evento, moderato da Daniele Clarizia, responsabile dei brand EDUCatt, e introdotto da Luisella Ferrari, coordinatrice del festival, ha visto l’intervento del filosofo Silvano Petrosino, tra gli autori del libro. «La razionalità umana è riducibile alla sola intelligenza?», ha chiesto provocatoriamente Petrosino, aggiungendo: «La razionalità dell’uomo permette di misurare umanamente, non matematicamente. Se c’è un aspetto della vita umana è l’accettazione che i conti non tornano», cosa inammissibile invece per una macchina programmata infatti per farli tornare, i conti. Il filosofo ha quindi riportato il noto esempio della partita a scacchi tra un uomo e una macchina: chi vince? «Ovviamente la macchina; ma qui sta il punto: il computer non sa fare altro che vincere. E se sbaglia è un errore. Ma se io gioco con mio figlio o con mio nipote, gioco per perdere. Perdo, facendo finta di vincere. Ciò che ci distingue dalla macchina non è la nostra intelligenza, la capacità quindi di risolvere i problemi, ma è la nostra capacità di riconoscere l’altro e metterci con questo in relazione. L’espressione più alta dell’essere umano sta nel riconoscere che non chiudere i conti non è uno scandalo, ma una condizione della vita stessa. La macchina non è in grado di far ciò».

È stata quindi forte la tentazione di chiedere a ChatGPT: «Perderesti apposta una partita a scacchi contro un bambino?»

Questa la risposta:

«Sono solo un programma di intelligenza artificiale e non ho la capacità di giocare a scacchi né di vincere né di perdere intenzionalmente una partita contro chiunque, compreso un bambino. La mia funzione principale è fornire informazioni, rispondere a domande e assistere con le informazioni di cui dispongo.»

È possibile organizzare presentazioni, conferenze e ricevimenti presso il Ristorante.9 di via Necchi 9, scrivendo all’email eventi@educatt.org.

L’immagine di copertina è stata generata con Firefly, l’AI generativa di Adobe disponibile in Creative Cloud.

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