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A disposizione dell’altro nel momento del bisogno: il corso di primo soccorso per i lavoratori EDUCatt

Personale formato e informato sempre, anche in circostanze di emergenza e pericolo, al di là degli obblighi di legge, grazie al percorso periodico di formazione sulle pratiche di primo soccorso.

Nelle prime pagine del Bilancio di Missione della Fondazione per il Diritto allo Studio viene dato rilievo a uno degli aspetti basilari di EDUCatt: il fatto di essere in primis «una comunità di persone», dove l’individuo viene prima del ruolo che ricopre e in cui il valore del «capitale umano» viene coltivato «attraverso la vicinanza costante dell’Azienda per incontrare esigenze e aspettative dei singoli e aiutare a compiere al meglio la dimensione lavorativa individuale». Questa dichiarazione d’intenti si concretizza, nel quotidiano di EDUCatt, anche nella costante formazione pensata ed erogata ai lavoratori della Fondazione, per avere sempre più cura non solo delle mansioni proprie e dei colleghi, ma anche delle singole persone che vivono ogni giorno l’ambiente lavorativo, anche quando queste potrebbero trovarsi in condizioni di estrema necessità.

Infatti, accanto ai corsi sulla sicurezza e salute sul luogo del lavoro e al percorso avviato assieme a Cyber Guru sulla sensibilizzazione alla sicurezza informatica, è stato avviato per alcuni collaboratori selezionati un corso di formazione dedicato alle pratiche di primo soccorso, ossia l’insieme delle azioni che permettono a uno o più soccorritori di aiutare una o più persone in difficoltà in situazioni di emergenza sanitaria. Lo scopo è stato quello di rimpolpare il già esistente gruppo delle squadre di emergenza, composto da referenti che in ogni ambiente lavorativo dell’Università Cattolica (dalla vigilanza dell’Ateneo agli addetti alla portineria, dai lavoratori in mensa fino agli uffici del personale) devono essere interpellati per necessità di salute e necessità, con lo scopo di aiutare, supportare e coordinare in casi di emergenza.

È Michela Da Boit, assieme al collega Santo Pagano, a raccontare le tre giornate di corso, scandite da momenti di formazione teorica, «dove abbiamo delineato diverse situazioni ipotetiche, dalla più semplice da risolvere alla più complicata da affrontare», e da simulazioni pratiche «con l’uso di un manichino che ci ha permesso di testare le diverse posizioni e i vari stati di lucidità in cui la persona da aiutare si può trovare». Assieme a un’infarinatura complessiva sulle differenti tipologie di traumi e sulle tecniche di rianimazione (come per esempio l’RCP, la rianimazione cardiopolmonare), sono state messe in rilievo alcune “regole d’oro” da tenere sempre a mente, quando ci si trova in una condizione di emergenza sanitaria:

Anzitutto, i primi minuti sono fondamentali per il primo soccorso, a volte sono proprio questi a cambiare il corso degli eventi. Per questo bisogna essere rapidi negli interventi, senza essere d’ostacolo. Una delle regole principali, forse tra le più importanti, è capire se l’ambiente e la situazione in cui mi sto trovando sono sicuri per me e per le persone che assieme a me devono intervenire. Se la risposta è sì, allora posso intervenire, perché solo tutelando me stesso potrò essere d’aiuto e di supporto per gli altri. Altra regola fondamentale: attivare il circuito del primo soccorso con tempestività, chiamando i soccorsi o andando a cercare fisicamente aiuto, per esempio coordinandosi con la vigilanza dell’Università Cattolica per l’arrivo dell’ambulanza o dei mezzi di soccorso. Sarà poi con i soccorritori che ci si dovrà confrontare, e quindi un altro compito dei referenti è quello di cercare di raccogliere tutte le informazioni possibili su come è avvenuto l’incidente, per aiutare in tempi rapidi il personale di soccorso.

Michela Da Boit

È un ruolo di certo impegnativo da ricoprire, che richiede tempestività e nervi saldi. Ma si tratta anche di un modo estremamente speciale di mettersi a disposizione degli altri, di contribuire nel momento dell’estremo bisogno al benessere e alla tutela delle persone che vivono il nostro stesso quotidiano, lavorativo e non solo. È proprio questo che Michela Da Boit tende a sottolineare: «Tutti dovrebbero seguire un corso di primo soccorso, che certo è di un’utilità fondamentale in ambito lavorativo, ma anche nella vita di tutti i giorni. Sapendo quali sono i comportamenti corretti da tenere e mantenendo la giusta concentrazione, puoi letteralmente contribuire a salvare una vita».


[Si ringrazia Michela Da Boit per la preziosa collaborazione alla scrittura di questo articolo. La fotografia a corredo è di Martina Vodola.]