Nutrizione

Obesità diverse, interventi diversi

Non esiste una risposta uniforme o tradizionale al trattamento dei pazienti affetti da sovrappeso o obesità. Il concetto di obesità va rivisto considerando non solo il peso, ma anche l’interazione tra genetica, ambiente e organismo. Il professor Miggiano descrive i quattro fenotipi di obesità e sottolinea l’importanza di trattamenti personalizzati.

I pazienti con sovrappeso o obesità non sono tutti uguali. Questa diversità porta a dire e vedere che c’è una risposta non univoca o uniforme al trattamento usuale con diete e integratori/farmaci o interventi chirurgici. Tutto ciò ha portato a rivedere il concetto di obesità in base non solo all’aumento del peso, ma anche all’interazione in un organismo con la sua genetica e all’interazione con l’ambiente.

Per questo motivo oggi, a livello scientifico e mediatico, si parla di quattro tipi (o fenotipi) di obesità, da poter indirizzare verso interventi mirati e personalizzati nella terapia di tale condizione morbosa. I quattro tipi di obesità sono schematicamente e sapientemente suddivisi in quattro grandi categorie.

La prima categoria comprende l’obesità determinata dall’esigenza che alcuni individui hanno di raggiungere un senso di sazietà. Si parla di “cervello affamato” per sottolineare l’importanza del meccanismo di interazione che porta a controllare l‘apporto di cibo attraverso i segnali che partono dalla periferia e raggiungono il cervello (asse intestino-cervello).

La seconda categoria mette in rapporto invece il segnale di pienezza dello stomaco che porta a trattenere l’arrivo di altro cibo in eccesso (“intestino affamato”).

La terza categoria comprende quelle persone che mangiano di più (in termini di calorie) in quanto vogliono gratificarsi con il cibo a causa di fattori emotivi di carattere negativo o positivo (“dipendenza da emozioni” o “fame emotiva”).

La quarta categoria (obesità metabolica vera e propria) considera tutti coloro che presentano un rallentamento del loro metabolismo per diversi motivi (genetici/endocrini/attività fisica/…). Ricordiamo che il consumo calorico giornaliero di una persona è dovuto al metabolismo basale dell’individuo, in una percentuale che si aggira sul 65% del totale (ma con ampie oscillazioni), al 10% per la digestione e assimilazione di quello che si mangia (anche qui differente a seconda dei carboidrati o lipidi o proteine) e infine all’impegno dei muscoli (25%) a riposo e durante lo svolgimento di attività fisica di vario grado e durata (combustione lenta).

Vi sono poi casi in cui i vari meccanismi sono presenti contemporaneamente e in vario grado (si parla in questo caso di “fenotipo misto”).

Tutto ciò porta a dire che non esiste un trattamento uniforme e unico per un paziente che si presenta per “dimagrire”, ma occorre durante la prima visita e nei successivi incontri cercare di individuare le singole condizioni presenti adeguando il trattamento (dieta personalizzata) per le singole cause. Come sempre non esiste un’unica patologia, ma si incontrano distinte persone con cause che richiedono interventi di trattamento personalizzato in presenza di obesità.

[immagine a corredo: Mangiafagioli di Annibale Carracci (1584-1585, Galleria Colonna, Roma)]

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