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«Estranei alla terra», la poesia che abbraccia l’impurezza

L’ultimo libro di poesia pubblicato in Italia del poeta-cardinale-teologo José Tolentino Mendonça è un inno al clandestino, a colui che cerca «di andare oltre il piccolo fallimento».

«Il tempo è una botola, ma non fidarti | quello che si omette finisce per riemergere | come un intruso scava una via di fuga | si trascina carponi per percorsi sconosciuti | nella distanza di ciò che credevi perduto | e arriva a casa tua prima di te».

Questa poesia, intitolata Botola, rappresenta bene ciò che si può trovare leggendo Estranei alla terra del cardinale e poeta portoghese José Tolentino Mendonça. Il libro, tradotto da Teresa Bartolomei nella versione italiana e pubblicato da Crocetti Editore, è l’unione di due raccolte, Strada bianca, del 2005, e Teoria della frontiera, del 2017. Anche se intercorrono più di dieci anni tra le due pubblicazioni, lo stile e l’ispirazione lirica sono fortemente omogenei, per quanto Teoria della frontiera, come rivela già il titolo, sia più spiccatamente politico, riuscendo ad unire con sapienza la storia dell’individuo alla macrostoria contemporanea.

José Tolentino Mendonça, che vanta all’attivo parecchi libri pubblicati in Italia da Vita e Pensiero, da San Paolo, Paoline e Qiqajon, è nato a Madera nel 1965, ha vissuto in Angola per molto tempo e alla decolonizzazione, con la sua famiglia, è tornato in Portogallo. Ora è Prefetto del nuovo Dicastero vaticano della Cultura e dell’Educazione. All’eccezionalità biografica corrisponde quella culturale: i testi di Estranei alla terra, infatti, amalgamano con perizia i riferimenti letterari del poeta-teologo: in questa strada bianca passeggiano i grandi mistici spagnoli cinquecenteschi, come Giovanni della Croce, Santa Teresa d’Avila, ma anche il poeta italiano Tonino Guerra, Dino Campana, Cristina Campo, Carlo Michelstaedter e un meno atteso Pier Paolo Pasolini, in cui ci si imbatte come in un’apparizione, a causa di un ritardo all’aeroporto di Fiumicino: «Senza rendercene conto eravamo finiti | in una strada secondaria | lungo un terreno recintato | un cartello piantato lì come per caso | dice che qui è morto | Pier Paolo Pasolini».

I veri camminatori di Estranei alla terra, però, sono i clandestini. Essi, con la loro presenza, corporea e incorporea, incarnano la vita degli uomini di ogni tempo, svelando la brutalità dei processi economici e repressivi, anche se, nello stesso momento, la loro potente essenza riesce straordinariamente a trascendere il qui e ora: «Nelle grandi piazze dell’Europa ovunque si vada | lo stesso volto dietro gli schermi vitrei della polizia | una sorta di fantasma | indivisibile, ben al di là dei confini | anche se oggigiorno l’esodo richiede una pila di documenti || Tutti i testi cospirano contro la materialità del corpo | per questo c’è chi crede nella resurrezione».

La dimensione esistenziale dell’erratico, del transfuga, del pellegrino, a volte quasi angelico, altre volte brutalmente terrestre, innerva Teoria della frontiera, diviso in tre sezioni, La Frontiera, Sans-papier, Diritto di fuga. Qui, le ferite, le crepe, le soglie, squadernano la realtà cupa di Lampedusa, della grande bara del Mediterraneo, perché, come scrive Tolentino, si può «partire senza arrivare».

L’approdo, comunque, è anche linguistico e poetico. E la poesia è «un esercizio di dissidenza, una professione di incredulità nell’onnipotenza di ciò che è visibile, stabile, appreso. Una poesia è una forma di apostasia, non c’è vera poesia che non faccia del soggetto un fuorilegge […] Una poesia abbraccia precisamente l’impurezza che il mondo ripudia».

Nelle «geografie spaesate» dei corpi, «le lingue sono porte | che si aprono cigolando | su cose che non esistono». E se anche Estranei alla terra è una soglia, vale la pena di attraversarla.

Simone Biundo

Simone Biundo (Genova, 1990) è insegnante di lettere a Genova in una Scuola secondaria, è editor della rivista «VP Plus», è ricercatore indipendente di storia dell’editoria e della letteratura. Ha pubblicato poesie su «Neutopia», «Margutte», «Poesia del nostro tempo» e «Nuovi Argomenti». Per Interno Poesia è uscito il suo primo libro di poesie, "Le anime elementari" (2020). Con il poeta Damiano Sinfonico, l’attrice e linguista Sara Sorrentino cura la rassegna di poesia contemporanea , poet. – alla libreria Falso Demetrio. Qui in EDUCatt collabora come ghostwriter, SMM e content manager.

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