Riflessioni

Europei da ricordare, aspettando Parigi

I risultati della Nazionale di atletica – quelli di Gimbo Tamberi su tutti – fanno ben sperare per le prossime Olimpiadi: l’Italia festeggia il primo posto nel medagliere per la prima volta nella storia della competizione continentale e si prepara a volare alto anche a Parigi.

Tra le colline marchigiane c’è una meravigliosa tenuta, tagliata a metà da una strada bianca. Lo sterrato la collega all’asfalto che porta a Offida e, da lì, ad Ascoli Piceno. Sono in tutto un centinaio di ettari, e si deve soprattutto a quel luogo la riscoperta di un grande vitigno locale, il Pecorino, quasi scomparso fino ai primi anni Novanta. O meglio, fino a che Guido Cocci Grifoni intuì la potenzialità di quel grappolo d’uva, lo andò a cercare nelle valli ascolane, trovò un antico vigneto ad Arquata del Tronto e regalò una seconda vita a quel vino bianco i cui profumi si elevano col tempo. Raccontando la sua storia sorprendente nel prologo di un libricino su “La riscoperta del Pecorino”, Antonio Mungai trae la conclusione che «il mondo è la proiezione delle idee, scintille di luce che cadono qua e là sul globo, e durante l’eternità. Ne sono scolpiti pochi grandi uomini, i più audaci nel farle proprie, i più ostinati nel divulgarle». Secondo il giornalista enogastronomico, Cocci Grifoni fa parte di questo genere di uomini. 

Ripenso alle sue parole mentre un altro marchigiano, Docg come il Pecorino, riesce a tenere incollati milioni di persone ai televisori di tutta Italia. Agli Europei di atletica di casa nostra, a Roma, Gianmarco Tamberi salta i 2,34 senza che l’asta riesca a scomporsi davanti al suo talento. Mentre lo Stadio Olimpico va in visibilio, sotto gli occhi del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Gimbo sembra inciampare, cade a terra. I tifosi sono attoniti sugli spalti. Fino a quando Tamberi rovescia la scarpa sinistra davanti alla telecamera, e da essa fa uscire un gran numero di molle. Una mossa geniale. «Volevo divertire la gente» dice Tamberi. Il segreto in fondo è tutto qui, come ci ha insegnato Valentino Rossi, un altro marchigiano, con i suoi caschi (disegnati da Aldo Drudi) che comunicano più di un editoriale, e le indimenticabili gag post-gara. 

Come quando vinse il primo GP d’Italia dell’era MotoGP, al Mugello, e appena dopo il traguardo fu fermato da due finti vigili urbani, con tanto di paletta e divisa del Comune di Pesaro, che gli contestavano una multa per eccesso di velocità. Riuscire a vincere non basta, bisogna saper comunicare il proprio successo. Perché di campioni ce ne sono pochi, ma di personaggi che vincono e attraggono a sé ce ne sono pochissimi. Gimbo Tamberi è tra questi. Oro olimpico, campione mondiale e per la terza volta campione europeo. A lui, insieme alla fiorettista Arianna Errigo, il Presidente Mattarella ha consegnato la bandiera italiana. Il 26 luglio saranno i nostri alfieri ai Giochi Olimpici di Parigi. «A Gianmarco dico che più penso alla serata del suo oro, più mi convinco che abbia voluto mettere in scena un thriller alla Hitchcock» commenta Mattarella, facendo riferimento ai due salti nulli a 2,29 che hanno preceduto quello buono, a 2,34, prima del salto con cui ha chiuso la gara a 2.37. 

La misura finale è la stessa con cui Gimbo conquistò l’oro ai Giochi Olimpici di Tokyo, nel 2021. Proprio alle Olimpiadi Tamberi tornerà, tra poche settimane, questa volta da capitano di tutta la Nazionale azzurra, come lo ha definito il presidente del Coni Giovanni Malagò. A Parigi ritroveremo anche la staffetta dei sogni, Melluzzo-Jacobs-Patta-Tortu, che ha incenerito gli avversari tagliando il traguardo con un distacco abissale allo Stadio Olimpico. E le altre medaglie di Roma, ben 24, 11 d’oro, 9 d’argento e 4 di bronzo: l’Italia festeggia il primo posto nel medagliere per la prima volta nella storia della competizione continentale. «Andando una seconda volta al medesimo evento, gli Europei di atletica, ho commesso un’infrazione alla prassi di protocollo del Quirinale» racconta Mattarella. «Ma vi assicuro che ne valeva la pena». 

Servivano le vittorie, e abbiamo doppiato il precedente record di medaglie, che risaliva a Spalato 1990. Servivano i personaggi, e oggi ci divertiamo grazie a Tamberi, Jacobs, Tortu, Iapichino. Così l’Italia ha riscoperto l’atletica, come un antico vitigno del quale avevamo dimenticato le potenzialità. Tra il 2020 e il 2022, l’ultimo anno per il quale sono disponibili i dati, la Fidal è stata la federazione che ha incrementato maggiormente i propri tesserati (+22%) dopo FederTennis. Non è un caso, per entrambe. «La svolta italiana porta il nome di Antonio La Torre», scrive La Gazzetta dello Sport, riconoscendo i meriti dell’attuale direttore tecnico delle squadre nazionali di atletica. Il mondo è la proiezione delle idee. E l’aperitivo di questa grande estate di sport fa aumentare la speranza che sia un’Olimpiade gourmet per quel tricolore che Gimbo solleverà. Con un tavolo in prima fila sulla Senna, e un menù tutto italiano.

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