Un nuovo diritto allo studio per nuove esigenze
Per far fronte all’insufficienza strutturale dei fondi pubblici stanziati per il diritto allo studio, le università avvertono sempre più la necessità di cercare altre vie per sostenere gli studi di coloro che non potrebbero altrimenti beneficiare di borse di studio. Anche EDUCatt, in questo senso, esplora nuove possibilità di sostegno.
Nonostante le risorse pubbliche messe in campo a sostegno del diritto allo studio universitario (DSU) siano in crescita da qualche tempo – dopo alcuni periodi di riduzione costante – ogni anno una parte di studenti che risulterebbe idonea alla borsa di studio continua a rimanere effettivamente esclusa dagli aventi diritto. È infatti ormai prassi consolidata che alcuni Atenei intervengano per integrare i fondi pubblici destinati al diritto allo studio per poter garantire sostegno economico a tutti gli aventi il diritto: per esempio, l’Università Cattolica ha varato anche per l’anno 2020/2021 – il decimo consecutivo – una manovra straordinaria di circa 1 milione di euro, in concerto con l’Istituto Toniolo e la Fondazione EDUCatt, in modo da assicurare una borsa di studio anche a chi sarebbe rimasto tagliato fuori dai fondi stanziati da Stato e Regione.
Dal diritto allo studio alle prestazioni essenziali
Il concetto di diritto allo studio è in realtà in forte cambiamento: oggi il Ministero dell’Istruzione intende garantire il diritto allo studio su tutto il territorio nazionale, definendo i livelli essenziali delle prestazioni (LEP), cioè sia i servizi alla persona, in special modo per le condizioni di disagio, sia i servizi strumentali. Il D.lgs. 68/2012 prevede oggi un sistema integrato di strumenti e servizi, al quale partecipano, nell’ambito delle rispettive competenze, lo Stato in materia di determinazione dei LEP e le Regioni, in materia di diritto allo studio, disciplinando e attivando gli interventi per il suo concreto esercizio con, infine, le università nei limiti delle proprie risorse per l’organizzazione dei i propri servizi – compresi quelli di orientamento e tutorato. Il fine è quello di realizzare il successo formativo degli studi e di promuovere le attività culturali, sportive e ricreative, oltre che per interscambi tra studenti di università italiane e straniere. Regioni, province autonome e università possono definire altri servizi le cui entità, modalità di erogazione e requisiti per l’accesso (ad eccezione delle borse di studio) sono stabiliti dalle stesse Regioni. Ne deriva un quadro molto complesso, in cui una parte riguarda l’erogazione dei servizi, per i quali non sempre sono disponibili fondi sufficienti, e l’altra gli interventi finanziari.
Stato e Regione e i fondi da destinare al diritto allo studio
Gli interventi finanziari a sostegno degli studi terziari sono delegati alle Regioni secondo il Decreto legge 68/2012. A seconda delle risorse stanziate da ogni Regione, annualmente il MIUR integra i finanziamenti grazie a un fondo alimentato dalle tasse regionali per il diritto allo studio pagate dagli stessi studenti iscritti, che dal 2012 al 2021 è quasi raddoppiato.
Come si evince dal grafico precedente, la percentuale degli idonei beneficiari coperta dai fondi pubblici è tendenzialmente sempre più alta. Ciononostante la voce riguardante il diritto allo studio nei bilanci regionali è sempre una questione di non facile gestione. Per esempio, secondo le previsioni di giugno 2021 della giunta Regione Lombardia che riguardano le risorse per le borse di studio per l’a.a. 2021/2022, i fondi pubblici destinati ai sussidi per l’Università Cattolica coprirebbero soltanto il 65% degli aventi diritto.
Non solo borse di studio
I percorsi universitari degli studenti vengono sostenuti in diversi modi e non soltanto con l’erogazione di borse di studio. Le tipologie di intervento sono infatti molteplici e coprono tutti i bisogni fondamentali dello studente. Per l’anno 2019/2020 le Regioni hanno stanziato il 72,5% dei fondi in borse, mentre il restante 27,5% è stato impiegato in sussidi da destinare ad altri servizi come alloggi, trasporti o collaborazioni a tempo parziale.
Nuovi modi per fare diritto allo studio
Una situazione tanto complessa e delicata richiede anche modi nuovi e alternativi di fare diritto allo studio. Il progetto Casa Fogliani sostiene, grazie al ricavato delle proprie iniziative, studenti in condizioni di estremo bisogno, ai quali vengono offerti assistenza economica, medica, linguistica e tutto ciò che serve per una vera inclusione. Grazie ai risultati conseguiti dalle proposte offerte dal marchio, EDUCatt rinveste le marginalità in borse di studio, sostegno economico e sevizi. Attraverso il progetto Casa Fogliani si stanno sostenendo studenti come Denish o Omayma nel realizzare il loro percorso di studi. EDUCatt promuove anche lo Student@work, collaborazioni a tempo parziale all’interno dei propri servizi, pensate in modo da non compromettere il tempo da dedicare allo studio e alla frequentazione delle lezioni. Requisito preferenziale per la selezione è essere risultati idonei non beneficiari di borse di studio. La Fondazione offre peraltro anche la possibilità di compiere esperienze formative con la formula stage, che permettono di collaborare in diversi settori in modo che i servizi siano rivolti “da studenti a studenti” e siano sempre più vicini alla comunità universitaria e integrati con essa.
L’immagine in copertina è di Mark Fletcher-Brown.