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Che cosa ci fa mangiare più sano?

Una sana alimentazione e un più generale benessere fisico sono spesso legati all’ambiente in cui si cresce e si vive. Le malattie croniche generate da un regime alimentare scorretto e uno stile di vita sedentario sono un problema attenzionato dai Paesi dell’Unione Europea. Una delle soluzioni è la promozione di una sana cultura alimentare.

Le abitudini alimentari sono plasmate da una molteplicità di fattori, tra cui la cultura, le tradizioni famigliari e, inevitabilmente, il nostro reddito. Il rapporto tra quanto guadagniamo e ciò che mettiamo nel nostro piatto è un argomento di crescente interesse, poiché l’accesso a cibi salutari e la qualità della dieta possono variare notevolmente in base al livello di reddito di un individuo o di una famiglia.

Da un lato, ci sono infatti coloro che possono permettersi una dieta varia ed equilibrata, ricca di alimenti freschi, biologici e di alta qualità. Dall’altro lato, invece, ci sono persone il cui budget limitato le costringe a fare scelte alimentari meno salutari, basate spesso su prodotti altamente processati e poco costosi. Questo divario nell’accesso a cibi di qualità può avere profonde implicazioni per la salute a lungo termine, con un aumento dei rischi legati a malattie croniche come l’obesità, il diabete e le malattie cardiovascolari.

Le crescenti disuguaglianze economiche e sociali hanno reso l’incidenza delle abitudini alimentari sulla salute e sul benessere un tema importante. Ne è una dimostrazione la polemica sollevata dal ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, che al Meeting di Rimini durante l’incontro Food Security e sostenibilità ha affermato che «in Italia abbiamo un’educazione alimentare interclassista: spesso i poveri mangiano meglio, perché comprano dal produttore e a basso costo prodotti di qualità». La dichiarazione del ministro, non del tutto corretta visto che in Italia si registrano problemi alimentari proprio nelle regioni con più problemi economici (cfr. grafico sottostante), ha suscitato tuttavia diverse reazioni da parte di esponenti di altri partiti come il deputato Pd ed ex ministro del Lavoro Andrea Orlando, che sui social ha scritto: «Ecco perché hanno tolto il reddito di cittadinanza. Bisogna fare qualcosa per i ricchi che, poveretti, mangiano male»; o il segretario nazionale di Azione Osvaldo Napoli che ha dichiarato: «Il ministro Lollobrigida ha svelato inconsapevolmente il segreto della prossima legge di bilancio: rendere poveri il maggior numero di italiani così da costringerli a mangiare meglio».

Schema alimentazione

Fonte: Istituto Superiore di Sanità EpiCentro – L’epidemiologia per la sanità pubblica

Al di là di affermazioni poco corrette e annesse polemiche, che molto spesso si concentrano più sull’attirare consensi che sulla risoluzione del problema, la questione ha toccato la sensibilità dei Paesi dell’Unione Europea che nel 2014 hanno pubblicato l’Action Plan on Childhood Obesity 2014-2020 per fornire una base su cui lavorare per implementare le politiche nazionali sul tema. Le linee guida della pubblicazione sono:

  • sostenere un sano inizio della vita
  • promuovere ambienti sani (in particolare nelle scuole e gli asili)
  • rendere l’opzione sana la scelta più semplice
  • limitare la commercializzazione e la pubblicità rivolta ai bambini
  • informare e responsabilizzare le famiglie
  • incoraggiare l’attività fisica
  • monitorare e valutare il fenomeno
  • potenziare la ricerca.

Come sostiene l’Istituto Superiore di Sanità, «la promozione della salute e il contrasto all’obesità passano per numerosi interventi che riguardano diversi settori: dalla promozione di stili di vita salutari ad azioni più politiche da portare avanti attraverso interventi multisettoriali che coinvolgono ambiti diversi». Luoghi come scuole e università diventano quindi poli importanti dai quali possono partire operazioni di sensibilizzazione che possono fare la differenza. EDUCatt collabora su più fronti con diversi professionisti per promuovere una sana alimentazione e una corretta cultura alimentare. I servizi di ristorazione dell’Ente rientrano nella filosofia alimentare Educhef, un concept basato sulle esigenze degli studenti che si coniuga con l’attenzione alla corretta alimentazione. Inoltre con la campagna È questione di equilibrio EDUCatt offre ai suoi utenti la possibilità di avere un colloquio nutrizionale con un professionista con il fine di definire percorsi sani e consapevoli di approccio al cibo. L’Ente collabora a stretto contatto con professionisti come  il Prof. Giacinto Miggiano, già direttore del Centro di Nutrizione Umana della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica e dell’Unità Operativa Complessa di Dietetica del Policlinico “A. Gemelli” di Roma, che per la rivista “Epeople” tiene una rubrica a tema nutrizione.

L’immagine di copertina è di Tara Clark.

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