Le bevande vegetali possono sostituire il latte?
Le bevande vegetali sono sempre di più apprezzate e usate da noi consumatori con differenti motivazioni di salute, gusto e non solo. Alcuni consigli dell’esperto per saper scegliere con consapevolezza.
Il latte vaccino (e non solo) è stato per secoli una bevanda molto usata con notevoli vantaggi per la salute. L’intolleranza al lattosio (lo zucchero del latte) ha spinto però l’industria a preparare molti composti di origine vegetale con l’intendimento, innanzitutto, di non far male e poi anzi di apportare dei benefici salutistici.
Il latte dei mammiferi spesso non è tollerato o esente da disturbi, con differenze importanti tra le popolazioni: quelle asiatiche (come Cina, Corea) ed africane sono predisposte a un deficit di lattasi che provoca dei fastidi gastrointestinali tali da portare ad un suo abbandono per l’alimentazione umana. In Italia ad esempio si stima che il deficit di lattasi possa riguardare un numero considerevole di soggetti (fino al 60 % degli individui) con conseguenti ricadute negative per la salute delle ossa e non solo.
Questo fatto ha portato l’Industria alimentare a ricorrere a diverse soluzioni che ovviamente presentano dei vantaggi e degli svantaggi.
La prima bevanda vegetale che si ricordi (disponibile fin dai primi anni del secolo scorso, è il ‘latte di soia’, nome usato impropriamente per una bevanda vegetale, in quanto il termine latte deve essere riferito solo ai prodotti di origine animale. È da dire però che tutte queste preparazioni, per quanto simili al latte animale, non sono identiche ed in linea di principio non possono sostituire il latte di origine animale. L’unico vantaggio, ovviamente, è quello di non aver lattosio e quindi poter essere proposti a tutti coloro che manifestano una intolleranza di vario grado a questo disaccaride. Quanto al contenuto calorico, tipo e qualità di zuccheri e proteine, contenuto di minerali e vitamine, c’è da sottolineare l’estrema varietà delle diverse bevande proposte, anche se l’industria alimentare, allo scopo di renderle più simili ma non identiche al latte, solitamente le integra con Calcio, vitamina D ed alcuni minerali. Per tale motivo è buona pratica leggere le etichette al fine di fare un giusto confronto. È da notare poi che in individui “allergici’’ l’uso di derivati vegetali (estratti da frutta, verdura etc.) può provocare comunque dei fastidi e quindi render controindicato l’uso di tali bevande.
Altri motivi, tuttavia, non solo strettamente salutistici e a volte di natura psicologica e filosofica, spingono molti di noi a preferire tali bevande, come ad esempio il rifiuto di qualsiasi alimento di origine animale da parte dei vegetariani stretti o vegani, che tuttavia devono considerare necessariamente le differenti proprietà nutrizionali. Anche le stesse proteine della soia, ad esempio, non sono all’altezza delle proteine animali, anche se un’alimentazione variata con diverse fonti proteiche (anche di origine animale) riesce a far superare questo ostacolo.
La preoccupazione poi dell’impatto ambientale per l’allevamento di specie animali lattifere viene da alcuni preso in considerazione inoltre per rifiutare carni e prodotti animali, al fine di ridurre la produzione di CO2 rispetto alle fonti vegetali.
Per ultimo, ma non meno importante per la scelta, è la diffusa e crescente offerta industriale nei supermercati con prodotti di basso costo, insieme con una ‘martellante’ campagna pubblicitaria per convincere gli utenti.
In conclusione anche in questo campo specifico una corretta informazione (es. lettura delle etichette) può portare il consumatore ad una scelta consapevole.