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La traduzione come impegno politico

Scegliere da un mondo lontano le parole di un poeta e tradurle non è solo un esercizio editoriale: può essere ben di più, persino una pratica civile e di conoscenza.

«L’amore per il mondo, l’impegno nella lotta per modificarlo, la carica e l’impegno rivoluzionario in senso storico e politico» sono gli elementi che Joyce Lussu, all’anagrafe Gioconda Beatrice Salvadori Paleotti, chiamata Joyce in famiglia, (Firenze 1912 – Roma 1998), poeta, traduttrice e attivista impegnata sul fronte umanitario e anticolonialista, riscontrava nelle opere che sceglieva di tradurre, prediligendo le espressioni del rinnovamento umano e sociale. È lei, avventuriera, viaggiatrice, esule, moglie di Emilio Lussu (su tutti i suoi indimenticabili Un anno sull’altipiano e Marcia su Roma e dintorni), l’oggetto – o meglio il soggetto – del recente volume di Silvia Ballestra La Sibilla, finalista al Premio Strega 2023

Con il suo lavoro tradusse e introdusse in Italia poeti sconosciuti provenienti dalle più disparate culture e regioni del globo, dall'(allora) ignoto Nazim Hikmet a Rui Nogar fino a Ismail Kadare. Le sue traduzioni erano viaggi intorno al mondo: tradusse autori albanesi, poeti eschimesi, serbi, danesi, portoghesi, i poeti delle colonie portoghesi africane e ancora gli autori mozambicani sino ad arrivare alle opere creole capoverdiane. La traduzione mostra, in questi progetti culturali, di non essere solo una tecnica trasposizione di parole o di frasi e genera un incontro di culture: tradurre significa immaginare dei ponti e poi costruirli, una parola alla volta, per permettere che altri possano compiere l’esperienza di altre visioni del mondo.

La traduttrice Marta Zonca, insieme alla curatrice Antonella Sinopoli e all’editore Interlinea, con il Festival Internazionale di poesia civile, ha recentemente tracciato un solco importante in questo senso, con l’edizione di Terre che piangono, la prima traduzione italiana dell’opera di Susan Kiguli, poeta e accademica ugandese, tra le voci di maggiore spessore dell’Africa orientale e meridionale. Lo scorso 25 ottobre Susan Kiguli ha ricevuto il Premio alla carriera del festival internazionale di poesia civile promosso dall’associazione Il Ponte e dall’Università del Piemonte orientale.

La raccolta di Kiguli incarna il pianto provocato dagli orrori del genocidio del 1994 in Rwanda, dalle violenze in Uganda, osservate e analizzate con uno sguardo severo che  condanna ogni espressione di rabbia cieca.

Questa scrittura civile, così adesa al tempo presente e al capace di sollevare il velo della realtà per riuscire guardare oltre e avere il coraggio di pensare ad un mondo diverso, ci ricorda l’impeto di alcuni dei testi tradotti da Lussu nella sua antologia Tradurre poesia, di alcuni importanti intellettuali: per esempio di Agostinho Neto, la cui moglie, Maria Eugénia Neto, anche lei celebre scrittrice e poeta angolana, ha ricevuto recentemente la Laurea Honoris Causa dall’Università degli Studi Internazionali di Roma (Unint) e il mozambicano José Craveirinha.

Tutti nomi di persone che hanno lottato e combattuto con le azioni, con le parole, con i versi, esercitando il loro diritto alla poesia, creando una visione di un mondo lontana dall’esotismo e dal pietismo con cui si è soliti parlare del continente africano.

In carcere di Agostinho Neto tradotto da Joyce Lussu

Qui in carcere
ripeterei Nazim Hikmet
se ti pensassi Marina
e quella casa e la nonna e il bambino

Qui in carcere
ripeterei gli eroi
se gagliardamente cantassi
canzoni di guerra
quelle del nostro popolo che abbatte la schiavitù

Qui in carcere
ripeterei i santi
se perdonassi loro
le sevizie e le menzongne
con cui prendono al laccio la nostra vita

Qui in carcere
contenendo l’ira nel petto
attendo pazientemente
che le nubi si ammassino
sul corso della Storia

Nessuno
ci impedirà che piova.

Simone Biundo

Simone Biundo (Genova, 1990) è insegnante di lettere a Genova in una Scuola secondaria, è editor della rivista «VP Plus», è ricercatore indipendente di storia dell’editoria e della letteratura. Ha pubblicato poesie su «Neutopia», «Margutte», «Poesia del nostro tempo» e «Nuovi Argomenti». Per Interno Poesia è uscito il suo primo libro di poesie, "Le anime elementari" (2020). Con il poeta Damiano Sinfonico, l’attrice e linguista Sara Sorrentino cura la rassegna di poesia contemporanea , poet. – alla libreria Falso Demetrio. Qui in EDUCatt collabora come ghostwriter, SMM e content manager.