Focus

Serve ancora laurearsi? Una riflessione tra dati, sfide e valori

La bassa percentuale di giovani laureati in Italia incide negativamente sul mercato del lavoro. La vera sfida, oggi, è il disallineamento tra domanda e offerta di competenze e la laurea resta uno strumento importante non solo per l’occupazione, ma anche per la crescita personale e sociale. EDUCatt, anche a fronte della costante riduzione dei finanziamenti pubblici, continua a seguire un modello per il Diritto allo Studio sempre più basato sulla personalizzazione dell’accoglienza e dell’offerta.

In Italia la percentuale di giovani laureati tra i 25 e i 34 anni è la seconda più bassa dei Paesi appartenenti all’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). Secondo l’ultimo studio economico dell’OCSE, l’Italia continua a perdere capitale umano qualificato: tra il 2011 e il 2021 un terzo dei neolaureati ha lasciato l’Italia, una “fuga dei cervelli” che non è stata controbilanciata dai rientri. Questo ha comportato una perdita netta di competenze per il mercato del lavoro italiano che aggrava un contesto in cui il tasso di disoccupazione giovanile resta tra i più alti dell’area OCSE (attualmente intorno al 23%) e la partecipazione femminile al lavoro (circa il 52%) continua a essere bassa nonostante i miglioramenti degli ultimi vent’anni. Sono sempre i dati a rivelare che l’83% dei laureati trova lavoro, contro il 73% dei diplomati. Emerge dunque che la laurea, pur essendo un investimento oneroso per le famiglie, è uno strumento importante per chi si affaccia a un mercato del lavoro sempre più complesso e in costante mutamento.

La vera sfida: il disallineamento tra domanda e offerta di competenze

Se un tempo il problema centrale era la mancanza di posti di lavoro, oggi  la vera sfida è il mismatching, ossia il disallineamento tra domanda e offerta di competenze del mercato lavorativo. Il tema è emerso anche durante l’evento Persone&Talenti promosso dal “Corriere della Sera”, che si è svolto il 18 e il 19 giugnopresso la sede dellaSocietà d’Incoraggiamento d’Arti e Mestieri. L’iniziativa, inaugurata da rettrici e rettori di quattro atenei milanesi – Francesco Billari (Università Bocconi), Anna Maria Fellegara (prorettrice vicaria dell’Università Cattolica), Valentina Garavaglia (IULM) e Donatella Sciuto (Politecnico di Milano), è stata l’occasione per discutere del rapporto tra formazione e mondo del lavoro con esponenti di primo piano del mondo accademico, delle imprese e delle istituzioni. Ha affermato infatti Ivana Pais, professoressa di Sociologia economica dell’Università Cattolica:

«Negli ultimi anni il mercato del lavoro è cambiato: se in passato il problema principale era la disoccupazione, oggi invece preoccupa il disallineamento tra le richieste delle aziende e le disponibilità dei lavoratori. Questo sta determinando una crescente attenzione verso modelli di organizzazione del lavoro che si costruiscono intorno alle competenze dei lavoratori».

In questo contesto, il valore della laurea non sta solo nell’aprire le porte a un impiego, ma nell’offrire competenze critiche, trasversali e aggiornate capaci di adattarsi alle trasformazioni del mercato lavorativo.

Sempre secondo l’analisi OCSE, i bassi tassi di iscrizione all’istruzione terziaria e la scarsa percentuale di laureati frenano l’innovazione e la digitalizzazione di un Paese.

Per questo è importante potenziare le politiche in corso per migliorare sia il numero di titoli conferiti sia colmare la distanza tra università e mondo del lavoro.

Ma a cosa serve la laurea?

In un mondo fluido e incerto, la laurea è uno dei pochi percorsi che ancora invita a rallentare, a riflettere, a costruire senso insieme agli altri. E se è vero che da sola non basta, è altrettanto vero che senza di essa il rischio è restare ai margini delle sfide più complesse: sociali, culturali, tecnologiche.

La risposta va oltre il mercato del lavoro. L’università, infatti, ha un valore che supera la semplice utilità economica: è una bussola. Non solo per orientarsi nel mondo professionale, ma per costruire una mente aperta, critica, capace di mettersi in discussione.

«La laurea è centrale, non tanto per il titolo in sé, ma per il processo che implica. Una comunità educante come l’università insegna a mettere in discussione i punti di vista, a lasciarsi interrogare, anche dalle domande scomode. Nessun percorso di apprendimento individuale può farlo».

Ha affermato Anna Maria Fellegara, prorettrice vicaria dell’Università Cattolica, durante l’evento Persone&Talenti, aggiungendo:

«L’università trasmette il senso della responsabilità legato al sapere condiviso, indispensabile per chi ambisce a diventare classe dirigente – che si tratti di guidare un’azienda, uno studio professionale, una scuola o semplicemente la propria vita».

La laurea è un percorso dentro una comunità, uno spazio condiviso con docenti e compagni, dove ci si allena a interrogare i punti di vista. Un apprendimento profondo, non individualistico, che si allontana dalle scorciatoie del “sapere fai-da-te”.

EDUCatt al servizio della comunità universitaria

Dal 2009, anno della sua fondazione, EDUCatt è l’Ente per il diritto allo studio dell’Università Cattolica che eroga servizi relativi al diritto allo studio a favore degli studenti durante il loro percorso universitario. A fronte della costante riduzione dei finanziamenti pubblici, che ad oggi ammontano soltanto al 40% di quanto destinato prima della pandemia, e dell’aumento del fabbisogno economico necessario a coprire le borse di studio per i richiedenti idonei, la Fondazione cerca di sviluppare, ormai da anni, un modello per il Diritto allo Studio e per i servizi rivolti alla comunità universitaria sempre più basato sulla personalizzazione dell’accoglienza e dell’offerta.

Periodicamente EDUCatt rilascia dei report a testimonianza dell’impatto economico, sociale, ambientale e di governance, delle sue attività. Il Bilancio di Mandato a.a. 2021-2024 pubblicato quest’anno anche con il contributo di Altis Advisory è l’esito di un percorso di autovalutazione dei propri servizi sulla vita studentesca. È consultabile anche online, nell’area web dedicata.

EDUCatt EPeople