In Collegio

«Tenete l’antica strada e fate vita nuova»: i sessant’anni del collegio Paolo VI

Nel sessantesimo anniversario del collegio Paolo VI, la direttrice, suor Sara Ghiglioni, ripercorre le origini e il cammino di una realtà educativa che unisce generazioni di collegiali in un abbraccio tra passato e presente. Un racconto di memoria, attualità e gratitudine che invita la realtà collegiale a continuare a essere luogo di crescita umana e spirituale per generazioni di studentesse.

Ricordare un evento come il sessantesimo anniversario del collegio Paolo VI è un modo per scoprirsi in cammino, da una tradizione che ci è stata consegnata a un presente da incarnare, fino al futuro che si apre alla novità.

Sant’Angela Merici, fondatrice delle Suore Orsoline di San Carlo, diceva alle sue sorelle: «Tenete l’antica strada e fate vita nuova». Mi sembrano le parole che meglio si adattano per descrivere il significato di questa circostanza: accogliere una storia che ci è stata consegnata, aperte alle sfide e alle novità del presente, per vivere in modo nuovo. Questo è il senso che il collegio Paolo VI ha vissuto sabato 11 ottobre 2025: fare memoria di un passato ricco di tante esperienze che ha segnato la vita di numerose studentesse e che si allarga al presente, per scoprire con meraviglia quanto il tempo non cancelli i valori e il patrimonio culturale e spirituale che lega ogni Paolina all’Università Cattolica.

Come è nato il collegio Paolo VI? Chi ha pensato di dare avvio a questo collegio nel quale innumerevoli studentesse lo hanno abitato? E sessant’anni non sono pochi!

Il collegio Paolo VI è nato tra la fine del 1960 e il febbraio del 1961 da un’intuizione di madre Chiarina Braito, Madre Generale delle Suore Orsoline, che propose al suo Consiglio la fondazione di un collegio accanto alla Chiesa del Fopponino, dove già due suore prestavano il loro servizio per l’animazione della gioventù femminile. Questa intuizione venne accolta dall’allora arcivescovo di Milano, il cardinal Giovanni Battista Montini, che sostenne e diede impulso alla fondazione di un edificio in cui accogliere studentesse universitarie che sempre più numerose giungevano nel capoluogo lombardo per completare la loro formazione accademica. Così nel 1961 è proprio S.E. Montini a dare all’architetto Giò Ponti l’incarico di progettare questa struttura, nel cuore di Milano, come parte integrante del complesso parrocchiale di san Francesco al Fopponino che in quell’epoca era in fase di costruzione. Solo nel giugno del 1963 viene posta la prima pietra del collegio. È l’ultimo atto di madre Chiarina, che muore nel giugno 1964, senza vedere completata la costruzione. Il cardinal Montini intanto viene eletto papa il 21 giugno 1963: si definisce quindi il titolo della nuova opera in Centro Paolo VI, a lui dedicata.

Il 3 settembre 1965 sotto la protezione del Sacro Cuore, verso le 9.30 le Suore Orsoline prendono dimora stabile al Centro Paolo VI. La casa è grande, ariosa, moderna, con 127 camere per un pensionato universitario.

Qui ha inizio la storia del collegio Paolo VI: successivamente nel 1990 la Congregazione, in una prospettiva di rinnovamento della vita religiosa, decide di dare la struttura in affitto all’Università Cattolica con la quale dà avvio a una collaborazione di intenti educativi che continua fino a oggi.

L’evento che abbiamo vissuto lo scorso 11 ottobre ha avuto il sapore di qualcosa di grande e di particolare: tutte le studentesse del collegio hanno atteso con trepidazione questa giornata; la possibilità di incontrare e conoscere coloro che hanno studiato prima di loro e che sono Paoline, come loro, le ha riempite di gioia e di emozione.

La mattinata ha previsto un primo momento assembleare in Auditorium, introdotto dalla professoressa Anna Maria Fellegara, Pro Rettrice Vicaria, a cui è seguita la Celebrazione Eucaristica nella Parrocchia del Fopponino, presieduta dall’Assistente Ecclesiastico Generale S.E. Mons. Claudio Giuliodori. Il momento di festa si è poi concluso in cortile con un buffet conviviale. Non poteva poi mancare un dono finale: nella giornata dell’11 ottobre 2025 ha preso ufficialmente forma l’Associazione Paoline, la concretizzazione di un abbraccio tra passato e presente auspicato da anni da tutte le collegiali di ieri e di oggi.

S. Paolo VI nel messaggio che scrisse in chiusura dei lavori del Concilio Vaticano II si rivolse ai giovani dicendo:

Vi esorto ad ampliare i vostri cuori secondo le dimensioni del mondo, a intendere l’appello dei vostri fratelli, e a mettere arditamente le vostre giovani energie al loro servizio. Lottate contro ogni egoismo. Rifiutate di dar libero corso agli istinti della violenza e dell’odio, che generano le guerre e il loro triste corteo di miserie. Siate: generosi, puri, rispettosi, sinceri. E costruite nell’entusiasmo un mondo migliore di quello attuale! La Chiesa vi guarda con fiducia e con amore.

Mi sembrano le parole che ancora oggi san Paolo VI vuole rivolgere a tutte le Paoline e a ogni giovane, perché attraverso l’esperienza collegiale ciascuna possa diventare costruttrice di pace e di ogni bene per l’intera umanità.

Durante la celebrazione dell’anniversario, la voce di Clelia Dell’Amico, al quinto anno di Giurisprudenza e di permanenza presso il collegio Paolo VI, ha dato volto e cuore all’esperienza delle Paoline di oggi. Nel suo intervento, semplice e intenso, ha raccontato un collegio vissuto come casa e comunità: un luogo dove si cresce insieme, si condividono sfide e scoperte, e dove ogni relazione diventa parte di una storia che continua a rinnovarsi.

«Mi è stato chiesto di raccontare la mia esperienza qui in collegio, anche se è un compito abbastanza arduo perché è impossibile riassumere in breve tempo quello che ha significato e significa per me il collegio.
Le risate, le lacrime, i momenti belli, quelli bui, i successi, gli insuccessi, il dolore e la gioia, durante questi momenti il collegio è stato al mio fianco.
Qui ho imparato cosa vuol dire senso di appartenenza e che non esistono parole come “egoismo” e “indifferenza”, ma bisogna uscire dalla sfera dell’io individuo e guardarci come comunità.
Mi ha anche insegnato a essere paziente, soprattutto verso chi cammina con i tacchi alle 7:30 del mattino!
È grazie a questo posto se ho imparato a conoscermi meglio: ci sono aspetti di me di cui ho appreso solo vivendo qui, questo perché ho avuto la possibilità di confrontarmi con gli altri e di mettermi in discussione. Credo che il collegio offra infinite possibilità, bisogna solo mettersi in gioco per coglierle.
Ogni anno ho visto andare via delle mie amiche, e questa è una prova che il collegio ci chiede di affrontare, ma, come in altri aspetti, in collegio dai qualcosa e in cambio ricevi qualcos’altro, e infatti mi ha fatto scoprire nuove persone e mi ha regalato nuove amicizie. Questo mi ha insegnato a tenere il cuore aperto.
Ho un’immagine impressa nella mente che secondo me rappresenta cosa vuol dire vivere il collegio: risale alla scorsa sessione estiva, due ragazze di anni differenti e di facoltà diverse. La più grande aiutava la più piccola a prepararsi per un esame, e non lo faceva per un tornaconto personale, ma per aiutarla in un momento in cui aveva bisogno.
Ed è questo che noi Paoline facciamo, ci siamo l’una per l’altra. Ciò che veramente conta qua dentro sono le persone. Poter crescere e camminare insieme credo sia stata e sia la parte preferita di tutte.
Fino a qualche anno fa, ero convintissima di aver già vissuto gli anni migliori della mia vita, cioè le elementari, fino a quando non ho varcato le soglie di questo posto… e gli anni migliori sono decisamente questi.
Io sarò per sempre grata per tutto ciò che mi ha donato questo posto e soprattutto sono grata per tutte le persone che ho conosciuto e che sono diventante molto importanti per me, perché alla fine se loro non ci fossero state questa non sarebbe diventata casa e io non sarei la persona che sono oggi.
In conclusione penso che il collegio sia il posto per chi non cerca solo di realizzarsi professionalmente, ma anche umanamente, ed è il posto ideale per chi sta cercando la storia che ha dentro».

  • Foto di gruppo (credits: collegio Paolo VI)
  • L'intervento della pro rettrice vicaria Anna Maria Fellegara (credits: collegio Paolo VI)
  • Un momento della celebrazione eucaristica (credits: collegio Paolo VI)
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